Negli ultimi quattro anni gli assalti armati ai furgoni portavalori in Sardegna sono, praticamente, cessati. Il merito, hanno spiegato stamattina i vertici della questura di Cagliari, è da attribuire all’effetto deterrente delle tecnologie antirapina introdotte sui blindati.
Dispositivi di sicurezza come le valigette Hds (high deterrent system) che macchiano di inchiostro indelebile le banconote in caso di effrazione, allarmi automatici satellitari e la possibilità di localizzare e bloccare dalla centrale operativa i furgoni portavalori hanno ridotto allo zero i tentativi di rapina negli ultimi 4 anni.
“Dal 2005 ad oggi”, ha affermato Paolo Mazzini, dirigente della divisione polizia amministrativa di Cagliari, “si ricordano solo 2 assalti non andati a segno. In entrambi i casi i banditi hanno desistito dopo la macchiatura delle banconote. Le dotazioni antirapina a bordo dei furgoni portavalori sono divenute obbligatorie nel 2003 quando le quattro questure sarde hanno recepito il relativo decreto emanato dal ministero dell’Interno. Normative che hanno imposto, inoltre, obblighi di comunicazione sui trasporti di denaro fra tutte le forze dell’ordine impegnate sul territorio e gli istituti di vigilanza privata.
“La chiusura delle sedi della Banca d’Italia in Sardegna”, ha spiegato il vice questore Giuseppe Gargiulo, “hanno reso necessari frequenti trasferimenti di denaro da una provincia all’altra con un notevole aumento del rischio di rapine per cui e’ stata necessaria l’adozione di particolari misure”. I portavalori, che possono trasportare fino a 8 milioni di euro, oltre alle valige Hds sono dotati al loro interno di armadi e casseforti che in caso di forzature cospargono il denaro contenuto di una sostanza resinosa che, solidificandosi, ne rende impossibile il prelievo.