Pisa. «Il 95% dei prodotti integri, cioè chiusi e sigillati, lasciati dai passeggeri in partenza all’aeroporto Galileo Galilei di Pisa vengono donati dalla Croce Rossa Italiana ai campi nomadi della città».
Lo spiega Daniele Cassari dipendente amministrativo dell’associazione umanitaria. «Grazie ad un accordo con la Sat (Società aeroporto toscano), in media ogni settimana ritiriamo direttamente in aeroporto una ventina di scatole colme di bagno schiuma, shampoo, profumi, schiuma da barba, dentifricio. Provvediamo alla loro suddivisione per tipologia e poi li distribuiamo. Non solo ai nomadi, ma anche a chi ne fa richiesta».
Le norme aeroportuali emanate in seguito agli attentati terroristici di sei anni fa impediscono in effetti di portare a bordo oggetti considerati a rischio. Così ogni giorno si buttano migliaia di bottiglie di acqua, olio, vino e saponi perchè le regole di sicurezza limitano la quantità di sostanze liquide che è possibile portare attraverso e oltre i punti di controllo.
I passeggeri in partenza, come noto, sono obbligati a munirsi di un sacchetto di plastica dove trasportare tutti i prodotti che hanno consistenza liquida, pena il sequestro. Capita però di frequente che non tutto si può portare e allora che succede? Qualcuno corre al check in per infilarlo nella stiva, molti gettano la busta.
Tecnicamente il personale della security non può confiscare o sequestrare gli oggetti, ma si limita a far presente al passeggero che l’oggetto non è consentito a bordo e deve disfarsene. Lo scalo di Pisa ha movimentato lo scorso anno 3 milioni di passeggeri con la previsioni di movimentarne circa 3,5 milioni a fine 2007: una montagna di prodotti che diventano rifiuti anzitempo ma che fortunatamente viene limitata da questa forma di recupero solidale.