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Le nostre città sono sicure?

Quanto sono sicure le città in cui viviamo? Il disagio o addirittura la paura che a volte colpiscono sono motivati? La paura trova una giustificazione nella percentuale di reati commessi nella città in cui ci troviamo o è legata ad altri fattori? A queste, e a molte altre domande, risponde “Reati, vittime, percezione della sicurezza”, l’indagine condotta dall’Istat allo scopo di comprendere meglio il fenomeno della criminalità, analizzando soprattutto il punto di vista della vittima. La ricerca, riferita agli anni 2008 e 2009, ha coinvolto 60.000 persone di 14 anni e più, permesso di identificare i gruppi di popolazione più a rischio e offerto il quadro della percezione soggettiva della sicurezza e del rapporto con le Forze dell’Ordine.

L’indagine ha rilevato che, tra il 2008 e il 2009, i reati più diffusi al Centro-Nord sono stati i furti nella prima casa, i borseggi e i furti di bicicletta; al Sud, invece, hanno prevalso le rapine, gli scippi ed i furti di veicoli.
Scippi, borseggi e furti
Nei grandi Comuni è maggiore la probabilità di subire scippi, borseggi, furti dei veicoli e delle loro parti e atti di vandalismo contro i veicoli e contro l’abitazione. Nella maggior parte dei furti in abitazione i ladri approfittano della distrazione dei padroni di casa, senza forzare porte e finestre; rapine e aggressioni avvengono soprattutto di sera, di notte o nelle prime ore del mattino, come pure i furti d’auto, mentre borseggi e scippi colpiscono di giorno.
L’autore dei reati di scippo, rapina, aggressione è più spesso un maschio, con meno di 40 anni, e solo in un terzo dei casi si tratta di stranieri. Nel 27,1 per cento dei casi l’autore delle aggressioni è una persona conosciuta, percentuale che sale al 53,5 nel caso di minacce.
La vittimologia
Il 5,7 per cento degli individui di 14 anni e più ha subito nei 12 mesi precedenti l’intervista reati contro la proprietà o reati violenti, mentre il 16,2 per cento delle famiglie ha subito reati relativi ai veicoli o riguardanti l’abitazione. Tra i reati contro la proprietà subiti dagli individui al primo posto si collocano i furti di oggetti personali, seguiti dai borseggi e dagli scippi. Tra i reati violenti sono più numerose le vittime di minacce, seguite da quelle di aggressioni e di rapina.
Quanti e quali reati vengono denunciati? Dipende. Le denunce variano infatti per tipologia di reato e, generalmente, quelli consumati vengono denunciati con maggiore frequenza rispetto a quelli tentati e lo stesso accade per quelli relativi ai veicoli per i quali la denuncia è necessaria ai fini del risarcimento assicurativo; per le rapine ed i furti in abitazione.
Alla domanda sulle motivazioni che hanno spinto a non denunciare il reato, un’alta percentuale di intervistati ha risposto che il fatto “non era abbastanza grave”. Questo tipo di risposta ha ovviamente significati differenti a seconda del reato considerato: nel caso di uno scippo, ad esempio, può derivare da un basso valore degli oggetti rubati, mentre in quello di un’aggressione dal non aver riportato ferite.
I reati denunciati
L’indagine ha inoltre confermato che le persone decidono di sporgere denuncia quando sanno che possono trarne un qualche vantaggio: non a caso, infatti, vengono denunciate le rapine, le minacce, le aggressioni per motivazioni legate all’autore del fatto, allo scopo di rintracciarlo o di impedirgli di ripetere il reato; i reati contro la proprietà, siano essi legati ai veicoli o all’abitazione o all’individuo, vengono denunciati soprattutto per ritrovare gli oggetti rubati; i furti di veicoli e di parti di essi per ottenere un risarcimento.
Le persone decidono inoltre di sporgere denuncia per tutelarsi da eventuali coinvolgimenti in altri reati che potrebbero essere commessi con i propri documenti o con i propri veicoli.
Quanto ci sentiamo sicuri?
A prescindere dal reale vantaggio che può derivarne, molti reati vengono denunciati anche per rafforzare il legame esistente con le Forze dell’Ordine, per senso civico o per il desiderio di avere un maggiore controllo da parte loro.
Per quanto concerne invece il senso di insicurezza, la paura individuale è un fenomeno che coinvolge una elevata percentuale di cittadini: il 28,9 per cento prova poca o per niente sicurezza quando esce da solo ed è buio, mentre l’11,6 per cento non esce addirittura mai di casa, né da solo né in compagnia. L’insicurezza è più diffusa tra le donne, soprattutto tra le giovanissime e, a livello territoriale, si riscontra maggiormente al Sud del Paese; in particolare in Campania, regione dove tra le donne raggiunge il 47,2 per cento e tra le ragazze il 60,3 per cento.
Siamo condizionati da…?
Anche il condizionamento della criminalità rispetto ai propri comportamenti è percepito come elevato: il 48,5 per cento dei cittadini dichiara di esserne molto o abbastanza influenzato e il 25,2 per cento ha affermato di non uscire da solo quando fa sera per paura. Anche in questi casi le differenze di genere ed
età sono piuttosto marcate: dichiara di essere molto condizionato dalla paura della criminalità il 57,8 per cento delle donne contro il 38,4 per cento degli uomini e le percentuali di timore sono più elevate all’aumentare dell’età, fatta eccezione per gli ultrasettantenni; il 41,2 per cento delle donne afferma di non uscire da sola quando è già buio a causa della propria paura, contro l’8,1 per cento degli uomini.
Campania e Puglia
Se si sposta l’analisi a livello territoriale, si rileva che il senso di paura che limita le uscite da soli quando è sera sembra essere più alto nei centri e nelle periferie delle aree metropolitane
del Sud ed in particolar modo in Campania e in Puglia.
Caso particolare è il Veneto, che presenta una percentuale maggiore sia rispetto alla media italiana che a quella delle altre regioni del Nord-est: evita, infatti, di uscire perché ha paura il 26,6 per cento dei veneti contro il 23,3 per cento dei residenti nel Nord-est.
In casa, invece, il pericolo percepito è decisamente meno elevato: anche in questo caso l’insicurezza è maggiore tra le donne, soprattutto adulte e anziane nel Sud.
In generale, le donne mostrano un livello di preoccupazione più alto degli uomini e ciò si evidenzia per la violenza sessuale (è molto preoccupato il 31,8 per cento delle donne), ma anche per le aggressioni e rapine (molto preoccupato di subire una aggressione o una rapina il 25,4 per cento delle donne contro il 14,1 per cento degli uomini). La differenza percentuale sembra attenuarsi
solo relativamente al timore di subire il furto della propria auto. Campania, Puglia e Lazio sono le regioni che presentano i livelli più alti di preoccupazione di subire qualsiasi tipo di reato tra quelli rilevati.
Soddisfatti e non
L’opinione dei cittadini riguardo al controllo del territorio da parte delle Forze dell’Ordine è positiva nel 61,6 per cento dei casi e negativa per il 38,4 per cento; decisamente più negativa è l’opinione delle donne e dei giovani, in particolare tra i 24 e i 35 anni. Tra gli insoddisfatti è opinione diffusa che per migliorare la sorveglianza del territorio le Forze dell’Ordine dovrebbero fare più controlli, passando più spesso per le strade e facendo più accertamenti, o che dovrebbero essere più numerosi e più presenti, o altrimenti che dovrebbero intervenire più rapidamente, magari potenziando la propria libertà d’azione, facendo più
indagini al fine di perseguire meglio e con più efficacia l’autore del crimine. Una parte dei cittadini insoddisfatti vorrebbe Forze dell’Ordine più oneste o più disponibili ed un’altra
ritiene che le leggi andrebbero cambiate e che sarebbe auspicabile una maggiore certezza del diritto.

 

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