La testimonianza degli ostaggi. In casa la gang era entrata con un arsenale. Investigatori ancora a caccia di tracce per rintracciare i ladri.
Oltre al danno, anche la beffa. «Se state tranquilli non vi facciamo niente. È a causa di questa situazione che siamo costretti a far così». I rapinatori che l’altra notte hanno assalito e derubato una famiglia in via Caporetto, a Rovigo, si sono rivolti in questo modo alle loro vittime, i coniugi Guerrino Avanzi, agricoltore in pensione di 70 anni e la moglie Giuditta Mazzego di 62. Un beffardo riferimento alla crisi, quello dei banditi, che è rimasto ben impresso nelle orecchie della coppia, in quel momento a letto già con i piedi e le mani legate dal filo elettrico e sotto la minaccia di coltelli e bastoni dai tre incappucciati. A pronunciarlo con marcato accento dell’est europeo, forse albanese, il presunto capo banda. Come dimostrato dagli accertamenti della Mobile, inoltre, la gang si era presentata nella bella villa di via Caporetto con una notevole quantità di armi e di arnesi da scasso, tutti abbandonati frettolosamente nella fuga nella campagna circostante e posti sotto sequestro.
Tra coltelli, bastoni, filo elettrico, grimaldelli e cacciaviti sono stati ritrovati circa venti oggetti riconducibili ai rapinatori che si erano preparati ad affrontare ogni evenienza. La speranza, ora, è che sia stato commesso qualche errore dai malviventi e che ci siano tracce che possano portare alla loro identificazione. Le descrizioni dei coniugi e del loro figlio Andrea, picchiato perché era entrato in casa dopo aver sentito il padre urlare, però non lasciano troppe speranze visto che i tre avevano le mani coperte da guanti. Un altro filone investigativo riguarda la via di fuga utilizzata dalla banda. L’ipotesi è che, avendo oltrepassato la ferrovia, ci fosse un’auto ad attenderli in via Forlanini. Da lì, poi, arrivare in Transpolesana ed eventualmente entrare al casello autostradale di Villamarzana è questione di pochi chilometri. Continuano anche le verifiche su come hanno agito i rapinatori, che avrebbero usato uno «stile» che sembra trovar riscontri in fatti analoghi avvenuti nelle province limitrofe e non solo venete.
La rapina è iniziata poco prima delle 5 di mercoledì notte. Dopo aver tagliato la recinzione i tre banditi hanno puntato dritto a una finestra al pianterreno. Hanno tagliato la tapparella, e sono saliti al piano di sopra entrando nella camera da letto. Qui hanno sorpreso nel sonno i coniugi Avanzi, subito immobilizzati. L’anziano ha iniziato a urlare chiedendo aiuto e venendo colpito da uno dei malviventi. Le sue grida sono state sentite dal figlio Andrea che abita con la moglie nello stesso immobile coi genitori ma in una casa per conto suo. Entrato nella casa dei genitori, il commerciante è stato sorpreso sulle scale da un bandito che lo ha preso a pugni al volto, mentre gli altri due ormai avevano preso all’incirca 400 euro in contanti ed alcuni gioielli.