NAPOLI – «Sono sconfortato». Reagisce così don Luigi Merola al furto di un camion e di attrezzi dinanzi al giardino della sua fondazione «’A voce de creaturè»: qui, questa mattina, alcuni operai erano al lavoro per preparare il terreno alla creazione di una campo di calcio per i ragazzi del quartiere. «Pensavo ci fosse una volontà di riscatto e invece…», continua il prete anticamorra.
ALL’ARENACCIA – Il furto è avvenuto in via piazzola al Trivio, nel quartiere Arenaccia, dove la fondazione del sacerdote ha sede nella villa confiscata al boss Brancaccio. «Una ditta si è offerta gratuitamente di ripulirci il giardino», racconta don Luigi, «Gli operai sono entrati nel giardino per togliere le erbacce ma quando sono usciti non hanno trovato più camion e attrezzi. I danni sono notevoli». Don Merola ha avvisato i carabinieri che lo scortano e tra poco ha annunciato che si recherà in caserma per formalizzare la denuncia. «È un brutto giorno», ha concluso, «qui ci vogliono più fatti e meno parole se si vuole vincere la battaglia contro la camorra»
LA CASA DEL BOSS – Don Luigi si chiede se il raid abbia solo avuto un significato simbolico, cioè quello di bloccare la rinascita nel segno della legalità, o se invece «qualche malavitoso del quartiere non sia solito utilizzare quel terreno, in nostra assenza, per nascondere armi o droga», e sottolinea anche la gravità di un altro episodio: «Alle spalle della villa in cui si trova la fondazione c’è un’altra struttura che in passato è stata sequestrata allo stesso boss, ma che adesso è tornata nella disponibilità della moglie: quella casa era abusiva, ma adesso il Comune è vicino alla firma del condono. Spero che questo non accada perché sarebbe un ulteriore pessimo segnale in un territorio in cui ci stiamo sforzando di creare un futuro diverso»