Le bande criminali si riorganizzano: a banche e uffici postali preferiscono i colpi più "sicuri" in appartamenti e ville, dove non ci sono sistemi di controllo e telecamere. Piano della questura: posti di blocco per lasciare a piedi i criminali. DA QUALCHE mese i vecchi rapinatori di Palermo – gli specialisti in assalti in banche e uffici postali – sono in carcere. I loro eredi hanno già deciso di cambiare strategia: meglio i colpi in appartamenti e ville isolate, soprattutto la notte. Un boom di furti che crea il panico in città. Nel solo mese di agosto sono stati messi a segno quaranta colpi in casa.
Questa volta, le statistiche del ministero dell’Interno parlano più di qualsiasi altra storia sui giovani rampolli del crimine che arrivano dal Capo, da Ballarò, da Brancaccio. Le storiche bande di rapinatori che negli ultimi anni sono state il terrore di banche e uffici postali di città e provincia sono finite in manette in modo inglorioso: beffati da tutto quell’apparato di sicurezza che ormai avvolge gli istituti di credito. Telecamere, porte scorrevoli, casseforti a tempo, e persino sistemi di accesso con le impronte digitali. Fare un colpo in banca è diventato davvero complicato. Magari il colpo riesce, ma con tutta quella tecnologia sparsa per gli uffici le tracce che rimangono sono davvero tante. Così, negli ultimi mesi, la sezione Antirapine della squadra mobile e il nucleo Investigativo dei carabinieri hanno abbassato in modo vertiginoso le statistiche degli assalti in banca e alle poste. Con decine di arresti