La radiofrequenza batte i tradizionali sistemi di allarme. L’Rfid Research Center dell’Università degli Studi dell’Arkansas ha avviato un progetto di ricerca per verificare l’efficacia dei tag Epc Gen 2 come sistema antitaccheggio rispetto alle tradizionali tecnologie di protezione elettronica e ad allarme sonoro maggiormente diffuse nei negozi di abbigliamento e calzature. I tag Rfid sono stati, così, testati sulla base dei principali controlli adottati per le piattaforme Eas (Electronic article surveillance). I primi risultati della sperimentazione, attualmente in fase preliminare, hanno evidenziato la notevole duttilità delle onde radio, valutandola come una risorsa equiparabile – se non, per certi aspetti, superiore – agli altri strumenti antifurto.
I sistemi Eas sono basati sull’applicazione di etichette elettroniche che, se non disattivate preventivamente dal personale addetto alle vendite, fanno scattare l’allarme in caso di spostamento della merce dal negozio. A differenza dei tag Rfid, tuttavia, questi strumenti non sono in grado di fornire alcuna indicazione riguardo la tipologia dell’articolo, il punto specifico del negozio dove viene compiuto il furto e la quantità specifica di merce sottratta. Il test ha simulato, così, alcuni scenari tipici di taccheggio e replicato gli usuali approcci dei ladri (ad esempio, con l’articolo taggato nascosto dentro una borsa o direttamente indossato, nel caso di capi di vestiario) in relazione a tipi diversi di tag, verificando in ogni caso la rispondenza delle etichette. Tutto questo grazie anche alla partecipazione diretta al progetto di alcune importanti catene di rivenditori al dettaglio (che, al momento, preferiscono rimanere anonime).
Altro obiettivo principale del test, inoltre, è stata la valutazione della combinazione ottimale tra le due tecnologie – Rfid, da una parte, e Eas, dall’altra – al fine di potere disporre “dell’arma” più efficace per fronteggiare ogni tentativo di furto (come, per esempio, l’innesto di un chip Rfid contenente tutti i dati dell’oggetto all’interno di una placca Eas, risultata per alcuni aspetti meno suscettibile di manomissioni).