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Crescono furti e rapine in casa nove su dieci restano impuniti

L’impennata negli ultimi due anni. In Campania del 12 per cento, in Emilia Romagna del 20. Ma le vittime rinunciano alla denuncia convinte che le indagini non si faranno mai o non porteranno a dei risultati. Per i sindacati si tratta degli effetti dei tagli di 3 miliardi e mezzo dalle risorse e del blocco del turn-over. Ridotta al minimo la presenza di forze dell’ordine sul territorio. Mentre il capitolo degli affitti pesa come un macigno sulla traspartenza dei costi ROMA – Crescono i furti e le rapine in casa. E’ allarme per l’impennata negli ultimi due anni di reati contro la persona alcuni dei quali, come i furti, restano pressoché impuniti. In Campania, ad esempio, su centomila furti avvenuti nel 2012 (aumentati del 12% rispetto agli ultimi due anni), sono state denunciate per lo stesso reato appena 7 mila persone. In Emilia Romagna non va meglio: i furti (cresciuti del 20% tra il 2012 e il 2010) sono stati 148 mila, le persone denunciate appena diecimila. Va detto che i reati cosiddetti predatori sono sempre stati considerati quasi "impuniti" (lo confermano le statistiche degli anni scorsi). Molta gente che subisce un furto, uno scippo, una spaccata, un’aggressione, una violenza da strada non va neppure a presentare la denuncia (affrontando una lunga coda nei commissariati) nella convinzione, giusta o errata che sia, che intanto le indagini per certi tipi di reati non saranno mai fatte. Ed è per questa considerazione che le statistiche sui reati contro la persona vanno considerati sottostimati.
Ma le cause di questo trend tutto negativo degli ultimi due anni che preoccupa i responsabili della Sicurezza nazionate, per i sindacati di polizia, non è certo un mistero: "Gli effetti dei tagli di 3 miliardi e mezzo di risorse e del blocco del turn over degli ultimi cinque anni  –  spiega Enzo Letizia, leader dei Funzionari  –  si vedono oggi. La conseguenza più immediata è il calo della presenza e dell’efficienza sul territorio delle forze dell’ordine". Le forze di polizia, aggiunge Letizia, sono allo stremo: non hanno soldi per l’addestramento, per aggiustare le macchine, per pagare la benzina, per finanziare le missioni, per acquistare prodotti di cancelleria negli uffici, per pagare le pulizie e il riscaldamento di commissariati e caserme. Si riduce, in generale, l’attività di prevenzione sul territorio. S’è risparmiato dove non si doveva tagliare. Non s’è tagliato dove ci sono sperperi, come ad esempio nel capitolo affitti.
Le statistiche riservate del Viminale sull’andamento della microcriminalità sembrano confermare l’abbassamento della guardia del ministero dell’Interno sul fronte della sicurezza dei cittadini.
Così, in quasi tutte le regioni italiane crescono i furti in abitazione:  tra il 2012 e il 2010 più 64 per cento in Emilia Romagna, più 40% in Campania, più 43% in Friuli Venezia Giulia, più 18% in Lazio, più 58% in Liguria, più 23% in Lombardia, più 58% nelle Marche, più 30% in Piemonte, più 30% in Puglia, più 30% in Sardegna, più 51% in Sicilia, più 50% in Toscana, più 101% in Trentino Alto Adige, più 44% in Valle d’Aosta, più 52% in Veneto, più 55% in Calabria. Questo tipo di reato "gode" quasi dell’impunità, se si pensa che in Campania, a fronte di quasi 11 mila furti in abitazione censiti nel 2012, appena 800 persone sono state denunciate. E la percentuale non varia nelle altre zone d’Italia: in Friuli 4000 i furti in casa, 350 i denunciati, in Lazio 20mila contro mille, in Liguria 7 mila contro 400, in Lombardia 50mila contro 1700, in Piemonte 24mila contro 1300, in Puglia 12mila contro 800, in Sicilia 16mila contro mille, in Toscana 19mila contro 1200, in Veneto 20mila contro mille, in Calabria 3800 contro 278, in Emilia Romagna 23mila contro 1100.
Anche considerando che la stessa persona possa commettere più furti, la percentuale dimostra comunque che il fenomeno è quasi del tutto trascurato dalle forze di polizia.
Ma il fenomeno che più desta allarme sociale, stando alle statistiche sui delitti commessi contro la persona, è quello delle rapine in abitazione, il cui numero è cresciuto in tutta Italia negli ultimi due anni – durante l’amministrazione Cancellieri -in modo esponenziale. La risposta delle forze dell’ordine, va detto, anche se in modo insufficiente, c’è stata, con un incremento delle persone denunciate. I dati, però, restano inquietanti se si pensa che, ad esempio, negli ultimi due anni in Sicilia le rapine in casa hanno avuto un’impennata del 110 per cento (252 nel 2010, 528 nel 2012) e in Liguria del 96 per cento (da 50 a 98). Stesso discorso in altre regioni come Emilia Romagna, dove l’incremento è stato dell’88 per cento tra il 2012 (249) e il 2010 (132); Toscana ((81%); Marche (più 80%); Puglia e Veneto (più 67%); Abruzzo (più 65%); Lombardia (più 63%); Campania (più 55%), Piemonte (più 51%); Calabria (più 34%); Lazio (più 30%)

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