Raffica di furti. Storie dall’Italia. Reggio Emilia, 30 novembre 2011 – ANCHE i ladri fanno festa e, per questo Natale, hanno deciso di prendersi la loro dose di regali a casa dei polesani. I cittadini guardano con preoccupazione la raffica di furti che negli ultimi giorni ha messo a soqquadro la città e i paesi vicini e cercano di difendersi come possono. «A casa ho le serrande antintrusione — spiega Maria Grazia Beverelli —. Chiaro che con una bambina piccola e mio marito che fa le notti non sto tranquilla. Non mi aspettavo questa ondata di furti da una città come Rovigo». Secondo Nevio Benà, che vive a Sant’Apollinare, per la sicurezza dei cittadini «sarebbe utile che le forze dell’ordine facessero più controlli. Io comunque non ho paura». Gilberto Cavallaro sta al quarto piano di un condominio e — dice — «nonostante questo una volta sono venuti i ladri in casa mia: hanno sfondato la porta e si sono portati via tutto. Da quel giorno ho fatto installare una porta blindata: mi è costato un po’ ma ora sono più tranquillo».
LAURA Donato, che vive in Commenda Est, dove sono stati messi a segno diversi blitz nelle villette, ha paura. «Io ho il sistema di allarme, le porte blindate, le inferriate ma se decidono di venire a rubare non c’è niente da fare. Speriamo sempre che non succeda e che la polizia monitori la situazione». Anche Lorella Donato è convinta che «più controlli da parte delle forze dell’ordine non farebbero male. Comunque io abito al terzo piano di un palazzo dove c’è sempre gente in giro e non ho paura». Angelo Donati parla dei furti in casa come «una violenza psicologica. Anni fa sono entrati a casa mia e mi hanno portato via telefonini e documenti». Anche Carmine Coviello racconta di un blitz dei ladri nella casa in cui vive, in città: «Erano le 19 quando sono venuti, pochi giorni fa, e per fortuna mia sorella è riuscita a farli fuggire, urlando. I ladri non hanno scrupoli: entrano in casa, rubano e ti pestano». Laura Pizzi, che abita a Ceregnano, racconta di quando i ladri le sono entrati in casa.
«Da noi sono passati due anni fa: hanno rubato cellulari, macchina fotografica — afferma —. Non è tanto il valore della refurtiva quanto lo shock che ti resta per diverso tempo. Ora abbiamo il cane fuori e pure la porta blindata». Giuseppe Carravieri, che abita a Crespino, non nega che «la paura c’è. Servono più controlli delle forze dell’ordine». Anche Sabrina Scaranello, che abita a Polesella, non è tranquilla perché «i ladri oggi hanno meno pudore che mai. Noi chiudiamo sempre bene le porte e le finestre, inseriamo l’allarme e poi preghiamo che non vengano a rubare». La madre di Sabrina, Rubiana Cobianchi, apre a una riflessione generale: «Il Governo dovrebbe affrontare la questione molto seriamente prevedendo pene severe per chi ruba e stanziando più soldi per i giovani e per il lavoro in modo da evitare che le persone, disperate, comincino a rubare. Chi ci governa dovrebbe anche garantire più sicurezza: non è giusto vivere blindati in casa propria».