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Tendenze furti nei punti vendita, negli ultimi 10 anni

Il fenomeno dei furti nei negozi e nella Grande Distribuzione ha registrato in quasi tutto il mondo un aumento costante a partire dal 2006, mentre in Europa si assiste ad un modello “ad onda” che ha raggiunto il suo picco nel 2002. In attesa della decima edizione del Barometro Mondiale dei furti nel Retail – la più completa indagine mondiale sui furti all’interno dei punti vendita patrocinata da Checkpoint Systems – l’autore dello studio e direttore del Centre for Retail Research Joshua Bamfield propone un’analisi delle tendenze del decennio all’interno del nuovo white paper intitolato: “Differenze inventariali e prevenzione delle perdite: gli insegnamenti degli ultimi 10 anni”.
Dall’analisi emergono alcuni aspetti interessanti: il primo riguarda l’aumento globale delle differenze inventariali che è stato registrato quasi ovunque nel 2009, raggiungendo un totale di 114 mld di dollari.
L’incremento,espresso come percentuale delle vendite retail, è passato dall’ 1,35% all’1,43% (valori rilevati a livello mondiale). C’è stata una crescita notevole dei tentativi di taccheggio, registrata dal 41,2% dei retailer, ma sono aumentati anche i furti da parte di dipendenti disonesti, incremento rilevato dal 19,5% dei responsabili dei punti vendita.
Contrariamente a quanto si possa pensare considerando il periodo di recessione che ha caratterizzato il 2009, i dati riferiti allo scorso anno non sono i più alti registrati nel corso del decennio.
Come si nota nel grafico sottostante, l’Europa è stata caratterizzata nel periodo 2000-2009 da una sorta di modello “ad onda”, che ha trovato il suo picco nel 2002.

E’ possibile osservare in particolare due fasi: la prima – dal 2000 al 2005 – prende come riferimento il valore medio di 1,40% e raggiunge la punta di 1,45% nel 2002, prima di scendere all’1,24% nel 2005. La seconda fase invece è iniziata nel 2006 quando la bassa percentuale pari all’1,23% è andata aumentando di anno in anno fino a raggiungere l’1,33% nel 2009.
Come il prof Bamfield fa notare all’interno del white paper, è difficile stabilire se le differenze inventariali continueranno ad aumentare fino a raggiungere l’1,45% osservato “nell’onda” precedente.
Tuttavia si può sottolineare che, sebbene la percentuale media sia cresciuta per quattro anni di seguito, questa è sempre più bassa rispetto a qualsiasi periodo compreso tra il 2000 e il 2004, e questo grazie agli sforzi e agli investimenti delle divisioni aziendali che si occupano della prevenzione delle perdite.
Anche sul legame esistente tra l’entità degli investimenti in loss prevention e il valore delle perdite il white paper di Bamfield riporta una serie di riflessioni interessanti.
Analizzando i dati raccolti in dieci anni e incrociando questi con un’approfondita analisi tecnica sulla regressione, si nota come la variazione negli investimenti effettuati dai Retailer abbia effettivamente avuto degli impatti significativi nei valori di differenze inventariali registrati, come si può notare nel grafico sottostante.
Sebbene il grafico mostri che una maggiore spesa per la prevenzione delle perdite sia associata a una riduzione del livello di differenze inventariali, il prof Bamfield tuttavia precisa che, affinché una politica di loss prevention funzioni, è necessaria una gestione ottimale delle risorse e la definizione di una strategia coerente e basata sulle informazioni di settore disponibili.
Anche il livello e la tipologia degli investimenti condotti dai Retailer nel campo della prevenzione delle perdite verrà ampiamente analizzato nello studio di quest’anno, che sarà pubblicato in Ottobre e che includerà per la prima volta la Russia.

“Attendiamo con ansia i risultati 2010 del Barometro Mondiali dei Furti nel Retail per scoprire se, ora che le fasi più acute della regressione sembrano essere terminate, il livello dei furti diminuirà o se assisteremo di nuovo ai picchi degli anni precedenti, come il modello “ad onda” che ha caratterizzato questo decennio sembra far prevedere” – commenta Salvador Cañones, Country manager italiano di Checkpoint Systems, l’azienda che patrocina l’indagine sin dal 2001.

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